Corea del Nord: dalle minacce ai fatti
Dopo le reiterate minacce da parte della Corea del Nord di voler testare missili a medio e corto raggio, minacce che secondo gli osservatori internazionali si sarebbero dovute concretizzare il 15 aprile scorso, in occasione dei festeggiamenti per la ricorrenza della nascita di Kim Il Sung, padre dell'attuale dittatore Kim Jong-un, sono state messe in atto, invece, nella giornata di oggi. Secondo quanto riportato dall'agenzia sudcoreana Yonhap questa mattina dalle coste orientali della Corea del Nord sarebbero stati lanciati 2 vettori a corta gittata, destinazione: Mar del Giappone. A questi lanci avrebbe fatto seguito un altro nel pomeriggio della stessa giornata. I missili testati sarebbero in grado di colpire il Giappone, la Corea del Sud e le basi americane ivi dislocate. Ne ha dato la notizia il Ministero della difesa di Seul precisando, inoltre, che Pyongyang disporrebbe di circa 200 lanciatori mobili e non 94 come precedentemente affermato dall'agenzia Yonhap aggiungendo di essere comunque pronta ad affrontare adeguatamente qualsiasi gesto di ostilità da parte dello Stato confinante. Negli ultimi tempi gli Stati Uniti avevano già rafforzato la propria presenza nell'area del Pacifico con l'invio di caccia F-22 invisibili ai radar nemici, mentre la Corea del Sud aveva disposto il monitoraggio delle coste con due unità navali predisposte per la rilevazione e l'abbattimento di missili terra-aria. Intanto a Tokyo si sono riuniti il direttore dell'ufficio Asia ed Oceania, Shinsuke Sugiyama e il rappresentante speciale degli Stati Uniti per le politiche riguardanti la Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC) per tentare ancora una volta un piano diplomatico atto a disinnescare la minaccia di Pyongyang. Ricordiamo che nei discorsi roboanti tenuti dal dittatore Kim Jong-un si era parlato della possibilità di armare i vettori con testate nucleari e di considerare come possibili bersagli tanto la Corea del Sud quanto il Giappone quanto le basi militari statunitensi nell'isola di Guam, nel Pacifico occidentale. L'apparato bellico alleato è pronto all'azione in attesa delle prossime mosse di Pyongyang
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