Egitto: contraddizioni e guerra civile
Notizie confuse e contraddittorie giungono da un Egitto che di fatto, dopo la deposizione del presidente Mohammad Morsi da parte dei generali, è alla soglia di una guerra civile. Dopo il recente annuncio della nomina a premier di Mohamed El Baradei, c'è stato un passo indietro e la nomina annunciate dell'ex capo dell'Aiea (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) è stata messa in dubbio nella nottata di sabato. L'ufficio della presidenza ha fatto sapere che ci sono “varie opzioni” alla nomina del premier che dovrà condurre l'Egitto a nuove elezioni per la nomina del futuro presidente. Alla nomina annunciata si sono decisamente opposti i Fratelli Musulmani e l'altro partito islamico, il NOUR che comunque si è detto favorevole a partecipare al processo politico attualmente gestito dai militari che di fatto, anche se con molte difficoltà, gestiscono l'attuale situazione politica. La Fratellanza accusa El Baradei di essere uomo degli USA, ma questi smentiscono di parteggiare per l'una o per l'altra parte dicendosi solamente preoccupati per gli avvenimenti che stanno incendiando l'Egitto, questo mentre si contano i morti degli ultimi scontri: 37 secondo l'ultimo bilancio. Intanto dal Sinai giungono altre notizie allarmanti: la formazione di un nuovo gruppo armato jihadista, Ansar al-Shariah che minaccia violenze per restituire il potere al deposto presidente Morsi. Chiunque sia il nuovo premier, il suo compito principale sarà quello di allentare la tensione tra i pro e i contro Morsi e condurre il Paese delle piramidi verso elezioni democratiche. Intanto la Fratellanza ha fatto sapere che non lascerà il presidio nella piazza davanti alla moschea di Rabaa el Adaweya fino a che l'ex presidente non verrà reintegrato nelle sue funzioni istituzionali La procura ha avviato le indagini contro tre dei massimi esponenti della Fratellanza, fra i quali il potente numero due della confraternita Khairat el Shater, accusati di avere incitato alla violenza
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