Femminicidio, ennesima discriminazione nei confronti delle donne

22.07.2013 08:54

Femminicidio, parola derivata dall'inglese femicide (femicidio) veniva già usata nel Regno Unito dal 1801 per indicare l'uccisione di una donna. In Italia è stata introdotta da poco al seguito del dilagare del fenomeno di cui purtroppo le cronache sono piene, ma, a parte la cacofonia che il termine ha nella nostra lingua, pare l'ennesima forma di discriminazione nei confronti delle donne, un'attribuzione di genere che vuole distinguere un vile assassinio da quello perpetrato nei confronti di un uomo (omicidio). Come se fosse un fenomeno a sé stante, sociologi, psicologi, giornalisti e opinionisti ne fanno largo uso corroborati dalla drammatica diffusione del fenomeno congelando così la cosa in una sorta di “bolla” avulsa dalle dinamiche delle sopraffazioni: “homo homini lupus” come diceva il commediografo latino Plauto, ecco la realtà che si cerca di camuffare con termini erroneamente specialistici. Senza citare i numerosi casi di delitti consumati a danno delle donne, oramai noti a tutti, c'è un'altra domanda da porsi: perché? La nostra società si è sviluppata secondo una linea patrilineare attribuendo al maschio una sorta di potere o di predominanza nei confronti della famiglia, dei figli e delle mogli, concezione messa in forte discussione dalle lotte per l'emancipazione dalle lotte femministe degli anni '60. Ora, finalmente, le donne hanno preso la totale consapevolezza dei loro diritti e, soprattutto, delle loro capacità che nulla hanno da invidiare agli uomini, ma evidentemente questa situazione di presa di coscienza ha trovato molti “maschi” spiazzati e impreparati, vittime di una cultura ancora medievale che li vedeva padroni ed arbitri. Come reagire allora a questa “invasione di campo” da parte delle donne? Con la violenza ovviamente, con le minacce, con la persecuzione essendo incapace di instaurare un confronto dialettico e sentendosi deprivati da un senso di potere che quasi appartenesse per “casta”, per genere. Sino a quando non saremo capaci di accettare il fatto che l'armonia sta nella sinergia fatti di cronaca che ci raccontano di donne uccise, vessate e maltrattate continueranno a riempire le pagine dei nostri quotidiani

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