La libertà dell'ignoranza
Le recenti vicende che hanno visto come protagonista il vice presidente del senato Roberto Calderoli pongono serie e importanti considerazioni, etiche e politiche. Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, art.21: -Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto a no essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere- Bene, pare che i nostri “rappresentanti politici” siano all'oscuro di questo articolo se non sono in grado di dosare le parole per esprimere i loro concetti. Certo, come afferma il vice presidente, è sua consuetudine intellettuale paragonare le persone agli animali (chissà cosa pensa di sé quando si guarda nello specchio!?), ma farlo pubblicamente è ben altra cosa che pensarlo visto che si tratta di un alto rappresentante delle istituzioni. Oramai è luogo comune che l'Italia, e non solo, stia attraversando un periodo di cambiamenti, culturali (vedi il problema dell'immigrazione per es.) e economici che scuotono dalle fondamenta certezze che fino a non molto tempo fa sembravano universali. Quello che c'è da domandarsi è: chi ci rappresenta democraticamente nel nostro Paese può permettersi certe affermazioni pubbliche senza ledere la dignità dei cittadini? Può, o meglio ancora, deve essere anche rappresentante di un patrimonio culturale nazionale nell'ambito di un costante confronto con gli altri Paesi? Sì perchè oramai non possiamo più sfuggire al vaglio degli osservatori internazionali e della stampa estera per cui tutto ciò che viene detto pubblicamente viene amplificato e diffuso. Non bastano scuse a posteriori quando la frittata è fatta, bisognerebbe essere in grado di tacere, alle volte, e riflettere sulle conseguenze che certe affermazioni possono innescare. Qui entra in gioco il ruolo della Politica, quella della “P” maiuscola: a parte i simpatizzanti del ministro in causa quanti italiani si sentono offesi nella loro dignità da parole così inopportune che celano addirittura una specie di razzismo? Si può parlare di vera democrazia se le parole di uno non rappresentano pienamente il parere di tutti i cittadini? Alle volte, a parlar troppo, si rischia di dire sciocchezze, è una questione di statistiche. Citando Lao Tsu: -chi non sa parla, chi sa tace-
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